lunedì 27 agosto 2012


Notte. Impronte femminili
si allontanano sul bagnasciuga, sotto
lo sguardo ammiccante della luna. Il tempo
è fermo, il mare pure. Esco dall'acqua
lentamente, e in silenzio ascolto
le gocce scorrere sul mio corpo cadere e
bucherellare la sabbia. Riapro gli occhi, sono
nudo. C'è una luce sommessa qua fuori.
Le stelle sono ferme, e il mare pure.
Tendo ancora l'orecchio e faccio un
fischio: lo vedo arrivare lontano, lontanissimo.
In risposta mi giunge solo un silenzio surreale.
Tutto è fermo, perfino il mare. Solo un piccolo paguro,
che punzecchia e gioca con le dita dei miei piedi.
Impronte femminili si allontanano sul bagnasciuga.
Chiudo gli occhi e le seguo.
Un'onda, poi un'altra.

giovedì 16 agosto 2012








Quel giorno tutto finì.
C'era un bruco e era verde e era viola,
ed era enorme e orrido e ghignante,
e le sbarrava la strada.
Indietro non poteva tornare,
così fece ciò che sapeva fare meglio:

Prima ritrasse le antenne,
poi tutto il corpo, nascondendosi nella sua chioccia,
esile riparo.

Fu così che
si lasciò lentamente sbranare dal bruco.



Nuotava in acque fonde
e non era molto il sole che filtrava.

L'oscurità veniva rotta a sprazzi
da fuggevoli pesce lume.

E quando, !non per necessità d'aria!, riemerse,

toccò il cielo.