Prima di uscire di casa fischietto sempre. Me l'aveva fatto notare mia madre anni fa. Che strano. Il fischiare, non mia madre che me lo fa notare.
Quando torno a casa invece no.
Il fatto è che sono lunatico, o meglio il mio umore cambia costantemente a seconda di quello che ho attorno. Assorbo l'energia, direbbero i frikkettoni veri.
Viaggiare mette allegria. Il vento in faccia, ecco cos'è il viaggiare. Fermi in carrozzella davanti al mare ventoso che ci sputa in faccia salsedine e odore di pelle che si abbronza è viaggiare. O in piedi in cima ad una scogliera a picco sul mare, in normandia, col vento fra il capello lungo, una birra ghiacciata in mano, una canna fra amici. O un viaggio sulla vecchia moto del padre di andrea, che non supera i 90 allora sull'aurelia ma va bene, c'è il vento.
Oggi sono partito e sono tornato velocemente. Un'ora e poco più ad andare, un'ora o poco più a tornare. L'andata è stata bella, è sempre bello quando si parte, non importa molto il dove o il come. In fondo a piedi, a moto, in autostop o in pullman, treno o aereo, traghetto o kayak poco cambia, o quasi.
Quasi, forse.
Ripensavo alla debolezza oggi. Cioè alla mia debolezza. Sono uscito male da questa storia perchè mi sono ritrovato debole, con il fianco e i fianchi scoperti. Ma quanti fianchi ao. Che poi lei cantava, che è quasi come disegnare, quasi. Che buffo..
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