lunedì 11 luglio 2011

Touching the void

Non mi è chiaro ciò che vorrei scrivere. So che voglio postare un video di un'intervista, l'intervista di Joe Simpson al trento film festival di qualche anno fa. Prima una premessa però, per chi non conoscesse il personaggio.

 La storia di Joe Simpson è entrata giustamente a far parte delle leggende dell'alpinismo: giovanissimo e audace, insieme a Simond Yates scalò per la prima volta la ovest del Siula Grande, cadendo e procurandosi una brutta frattura durante la discesa, resa assai complicata dalle abbondanti nevicate. Da quel momento un poi sarà un calvario.




I due legano due corde e Simond, assicurato a precari terrazzini scavati nella neve, inizia a calare Joe, che a metà discesa deve scaricare la corda per permettere il passaggio del nodo nel discensore di Simond. Seguono numerose calate e sono ormai prossimi alla crepaccia terminale quando dopo un improvviso cambio di pendenza Joe si ritrova appeso in aria su uno strapiombo, senza nessuna possibilità di scaricare il peso dalla corda, impedendo a Simond di far passare il nodo attraverso il discensore. Non ricevendo segnali da Joe per un'ora e più, Simond prende il coltello e taglia di netto la corda. Joe precipita per una quarantina di metri ed atterra dentro un crepaccio, circa 20 metri più in basso dal punto in cui, miracolosamente ancora vivo, vede la luce.


Passa una notte d'inferno, e al mattino, non riuscendo ad arrampicare per tornare su, decide di calarsi nel vuoto. Giunge ad nuovo terrazzino dal quale si vede una via d'uscita, e dopo un passaggio su un precarissimo ponte di ghiaccio riesce a guadagnare l'uscita, ma è solo l'inizio del suo calvario: dovrà "camminare" per kilometri, tra crepacci e detriti morenici, cadendo ad ogni passo, strisciando, imprecando, fino ad arrivare qualche giorno dopo al campo base, completamente disidratato e avendo perso quasi 20 kili,dei suoi normali 45.

Bene. Ora guardate questo video. Quest'uomo si è salvato dove la maggior parte degli uomini si sarebbe data per vinta, che non ha gettato la spugna ed ha continuato a lottare per giorni, da solo. Dopo la Siula Grande Joe ha continuato a fare alpinismo ad alti livelli, fino a quando qualche anno fa ha deciso di smettere. Il secondo video è il più significativo. Have a look!










Ecco, ci sto arrivando a quello che volevo dire. Arrampico, cammino, vado in montagna, la amo, e forse è l'unica certezza che ho. E non è poco. E' come una fede, è un qualcosa per la quale vivi. Qualcosa che da significato alla tua vita. Per me lo è la montagna, per un altro lo può essere una chitarra o il figlio di Allah.
Joe ha chiuso con l'alpinismo, dice un po' per paura un po' per l'effetto che hanno avuto sul suo corpo i numerosi incidenti. Ha chiuso ma non ha trovato nulla con cui rimpiazzarlo. Sta tentando con la scrittura pare, quando in evidente difficoltà risponde alla domanda di Kay Rush sulle similarità tra alpinismo e scrittura "..In a funny way I stopped mountain climbing and now.. I want to write novels "..  Kay continua la sua intervista, ponendo domande semplici e dirette che nella loro apparente ingenuità sembrano mettere a nudo Joe.. "So.. are you happy now? Is there life after climbing?"

Domande a cui sembra debba ancora trovare una risposta.

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